24 febbraio 2009

Come ricordare gli hiragana (5)

Lezione 5, quest'oggi, dopo una pausa un po' più lunga del previsto, che spero sia servita per assimilare bene i kana delle lezioni precedenti.
  • (shi) - Questo kana può ricordare la punta di uno sci
  • (mo) - La forma di questo kana ricorda quella di un amo con due vermi infilzati sopra. La particolarità è che, questa volta, utilizzo la parte finale della parola per ricordare il suono del kana.
  • (te) - Ecco una bella teiera
  • (so) - Questo kana è formato da una linea orizzontale che divide due segni simili, uno sopra e uno sotto.
  • (yu) - Non ho una figura che ricordi questo kana. Il tratto di sinistra può però ricordare una Y; quello di destra una O; il tratto verticale di destra, unito a quello di sinistra, può sembrare una U. La parola che viene fuori è you, che si legge yu
  • (to) - Semplice, questa: è il muso di un toro visto di profilo, con tanto di corna.
  • (e) - Questo kana mi ricorda la testa di un elefantino vista dalla tre quarti posteriore (!!!): il tratto superiore è la parte alta della testa; il tratto a forma di 7 è l'orecchio destro, mentre il tratto di destra rappresenta la sua proboscide.
Fatto! Manca soltanto l'ultima lezione, in cui vedremo gli ultimi sette hiragana, più altri due segni che, aggiunti ad alcuni hiragana che già conosciamo, ne cambiano leggermente il suono.
A presto!

16 febbraio 2009

Come ricordare gli hiragana (4)

Comincia una nuova settimana ed ecco pronta una nuova lezione sugli hiragana!
  • (me) - Ecco una bella mela!
  • (nu) - Kana da ricordare in associazione al precedente. Se quello appena visto si legge me, posso legarlo assieme a questo nella parola "menu", che mi permetterà di ricordare la lettura di entrambi: me e nu
  • (ro) - La parte alta di questo kana ricorda una r scritta in corsivo, mentre quella in basso è una o abbozzata, quindi ro
  • (ru) - Altro kana da ricordare in associazione al precedente. Nessuna immagine mentale particolare, in questo caso; non dovrebbe essere comunque difficile ricordarne il suono ru
  • (wa) - Questo kana può ricordare vagamente un water (da leggere ua)
  • (re) - Immaginiamo che il tratto verticale di sinistra sia un omino e quello di destra sia un mantello. Avremo la figura di un re vista di profilo
  • (ne) - Kana da ricordare in associazione col precedente. In questo caso li lego assieme tramite la parola rene
  • (su) - Questi sono degli spaghetti, ovviamente al sugo!
  • (mu) - Ecco il bel muso simpatico di una mucca di profilo. Notare le corna a sinistra, il naso e l'occhio triste sulla destra.
Ok, basta così. Per oggi ci sono abbastanza kana da memorizzare e da inserire nel SRS. Alla prossima con la penultima puntata di questa mini serie!

Come ricordare gli hiragana (3)
Come ricordare gli hiragana (2)
Come ricordare gli hiragana (1)

14 febbraio 2009

Come ricordare gli hiragana (3)

Passiamo al terzo blocco di hiragana, sperando che i primi due siano ormai memorizzati alla perfezione. Questi sono mediamente più complessi dei precedenti, perché si somigliano più o meno tutti; per questo motivo, il blocco odierno è composto da soltanto 6 hiragana.
  • (ha) - Osservando i tratti che compongono questo hiragana, possiamo notare che assomigliano vagamente ad una "H" e ad una "a", parzialmente sovrapposte. Quindi è facile ricordare ha
  • (ho) - Altro kana da ricordare per somiglianza con il precedente. Infatti differisce dal precedente soltanto per l'aggiunta di un tratto orizzontale. Non dovrebbe essere troppo difficile ricordarlo
  • (ma) - I tratti di questo kana potrebbero ricordare una m (coricata su un fianco) e una a. E' molto simile al kana precedente, che a sua volta è molto simile a quello che lo precede. Questa somiglianza potrebbe aiutare a ricordarli, memorizzando le differenze tra di loro.
  • (yo) - Questo hiragana mi ricorda una mano di un rapper che fa le corna urlando "yo!".
  • (na) - Anche qui vediamo dei tratti che ricordano una N scomposta (i tratti di sinistra, più quello in alto a destra) e una a.
  • (o) - Nei tratti è possibile immaginare un occhio: il tratto tondeggiante in basso rappresenta l'occhio vero e proprio, mentre i tratti orizzontali in alto rappresentano il sopracciglio.
Con questo siamo giunti alla metà del nostro percorso! Quelli di oggi per me sono stati i kana più complicati da ricordare. Vedrete che i rimanenti sono molto più semplici, perché è più semplice trovare un'immagine che ci può aiutare a tenerli a mente.

Come ricordare gli hiragana (1)
Come ricordare gli hiragana (2)

12 febbraio 2009

Come ricordare gli hiragana (2)

Avete imparato gli hiragana della volta scorsa? Sì? Bene, allora possiamo andare avanti! Oggi vediamo un altro blocco di 8 hiragana.
  • (ri) - Non chiedetemi il motivo, ma questo hiragana mi ricorda il viso di una donna stilizzato... Il tratto di sinistra è l'ovale del viso, mentre quello di destra rappresenta i capelli. Questa donna immaginaria si chiama Rita, of course =)
  • (tsu) - Qesto è un naso che starnutisce: eeet... tsu!
  • (u) - L'hiragana rappresenta un orecchio, responsabile dell'udito. In effetti il carattere sembra una U rovesciata su un fianco, quindi dovrebbe essere abbastanza facile ricordarlo.
  • (chi) - Questo carattere ricorda il numero 5, vero? Cinque quindi ci aiuterà a ricordarne il suono. Da notare che la traslitterazione utilizzata (chi) è qella relativa alla pronuncia inglese
  • (ra) - Questo non mi ha dato eccessivi problemi, quindi non ho avuto bisogno di trovare un'immagine mentale. Se dovessi proprio sceglierne una, il tratto in basso mi sembra la zampa posteriore di una rana
  • (ta) - Facile: il primo segno è una t, mentre il secondo ha i tratti in comune con la a, quindi ta
  • (sa) - Questo hiragana lo ricordo perché lo associo ad uno visto in precedenza. Se ci fate caso è ち visto allo specchio.
  • (ki) - In italiano "chi". Osservando l'hiragana è possibile trovare le 3 lettere che formano la parola "chi" (la c in basso, la h in alto, messa in orizzontale e la i che coincide con parte della h)

Anche per oggi ci fermiamo qua. Il solito consiglio è quello di provare a creare le vostre immagini mentali e, comunque, di renderle il più vivide che potete. Alla prossima!

Come ricordare gli hiragana (1)

10 febbraio 2009

Come ricordare gli hiragana (1)

Oggi proverò a descrivere le immagini mentali che utilizzo per ricordare gli hiragana. La creazione di immagini mentali svolge un ruolo molto importante nella memorizzazione. Infatti è noto che il cervello riesce a ricordare meglio quei concetti che sono collegati ad altri concetti. Il modo migliore per ricordare un grafema sconosciuto (come un carattere hiragana) è, quindi, quello di associarlo ad una scena, ad una immagine. Prima di vedere alcune immagini mentali che mi sono tornate utili, ci tengo a precisare che ognuno è libero di utilizzare le associazioni che meglio riescono a riportare alla mente l'hiragana; quello che può essere utile per me, può non esserlo per un altro.
  • (n) - Qui c'è davvero poco da dire! L'hiragana è praticamente identico alla lettera n
  • (i) - Il tratto sulla sinistra è molto simile ad una lettera i; possiamo immaginare che il trattino sulla destra sia il puntino da mettere sulla i
  • (ku) - Questo carattere sembra proprio un cuneo! E cu è appunto la sua lettura
  • (he) - Prendete come esempio questa emoticon: (^^) che rappresenta abbastanza bene un omino che ridacchia. He he he he! Il carattere è uguale all'occhio della emoticon; l'associazione tra carattere e suono è quindi abbastanza semplice.
  • (no) - Questo carattere somiglia molto ad una noce
  • (ke) - Difficile trovare un'associazione a questo. Io l'ho immaginato come un piccolo termosifone, che funziona a kerosene.
  • (a) - Una piccola arancia appesa al ramo
  • (ko) - I due tratti sembrano due costole di una gabbia toracica, vero?
  • (ni) - Qui occorre un piccolo sforzo e molta fantasia. Immaginate un tronco di un albero con un buco, usato come nido da un picchio. Bene, il tratto di sinistra può sembrare la parte di sinistra del tronco, mentre i due segni orizzontali rappresentano l'apertura del nido, il buco.
Bene, per il momento mi fermo qui, anche perché sto seguendo l'ordine del libro Remembering the kana e la prima lezione tratta proprio questi caratteri. Se ancora non vi siete procurati Anki è il momento di farlo! Potete aggiungere questi caratteri nel vostro deck e cominciare a ripassarli. Mi raccomando una cosa: nel creare le immagini mentali, siate il più originali possibili. Create un'immagine vivida, colorata, che sia facile da ricordare. Ad esempio, per ricordare l'hiragana に potreste immaginare una scenetta in cui Woody Woodpecker spunta dal nido con la sua classica risata.

09 febbraio 2009

SRS: un aiuto per la memoria

Io sono uno smemorato cronico. Dimentico tutto, dai nomi, alle facce, alle cose che ho fatto un attimo prima, a quello che ho mangiato a pranzo. Davvero un bel problema per uno che vuole imparare il giapponese, una lingua in cui sono presenti due alfabeti sillabici (hiragana e katakana) di 46 sillabe ciascuno, a cui vanno aggiunte 20 sillabe impure, 5 sillabe semipure e 33 sillabe contratte. Un totale di 104 sillabe! Per non parlare dell'altro sistema di scrittura, basato sui kanji (ideogrammi mutuati dal cinese): si è calcolato che ne esistono tra 45000 e 50000! Per fortuna quelli di uso comune sono 1945, ai quali ne vanno aggiunti altri 293 utilizzati per i nomi comuni. Una bella cifra, non c'è che dire...
Per mia fortuna esistono dei software che rappresentano un bell'aiuto per la memoria, basati su una tecnica di memorizzazione detta spaced repetition learning. Questi software, meglio conosciuti come SRS (Spaced Repetition System), si occupano di mostrare, ad intervalli di tempo prestabiliti, delle schede, nel nostro caso contenenti, ad esempio, singoli kanji. Il compito dell'utente è quello di indicare al programma il livello di conoscenza del kanji che viene mostrato; in base alle risposte, l'algoritmo su cui si basa l'SRS deciderà fra quanto tempo riproporre quella determinata scheda.
Secondo recenti studi, tramite questo metodo è possibile immagazzinare le informazioni nella memoria a lungo termine invece che in quella a breve/medio. Devo dire che all'inizio ero abbastanza scettico, perché non riuscivo a capire come un programma del genere potesse avere una utilità nella memorizzazione. Beh, mi sono dovuto ricredere! Era diverso tempo che provavo a memorizzare il sillabario hiragana, ma per una serie di motivi non riuscivo a tenerlo a mente per più di un mese. Con questo sistema sono riuscito a memorizzare tutte e 46 le sillabe in meno di una settimana (lo so, sono lento...) e, sembra, ancora le ricordo alla perfezione!
L'artefice di questo mio (modesto) exploit è un programmino freeware open source chiamato Anki. Esso permette di creare i propri mazzi di carte (chiamati deck) con le cose da memorizzare, oppure di scaricarne di già pronti direttamente dal sito. Mi riprometto di mettere online i miei deck per hiragana e katakana, basati sull'ordine dettato dal professor James Heisig nel suo libro Remembering the kana. Parlerò più approfonditamente dell'argomento in un altro post, promesso!

08 febbraio 2009

Chi, come, dove, quando, perché

Ed ecco a voi il primo post di questo mio blob... aehm... volevo dire blog. In effetti, non avendo ancora bene in mente quali saranno i suoi contenuti, anche il termine blob potrebbe essere adatto...
Ma procediamo con ordine: ho intenzione di imparare il giapponese. Non sono pazzo, non devo andare in Giappone (almeno, non a breve termine) e non ho la ragazza giapponese (già fatico a capire la mia che è italiana, figuriamoci una di cui non capisco nemmeno la lingua...); la motivazione che mi spinge a provare a cimentarmi in questo arduo compito è l'attrazione che ho per tutto ciò che riguarda il Paese del Sol Levante. Passione forte, nata forse durante l'infanzia, passata incollato alla tv a guardare i cartoni animati dei robottoni, mai sopita e cresciuta a dismisura negli anni.
Di recente sono venuto a conoscenza di un nuovo metodo di apprendimento delle lingue, che ribalta il punto focale dell'apprendimento della lingua. Se con i metodi tradizionali si passa dalla regola grammaticale alla sua applicazione pratica, tramite questo metodo si parte dalla lingua parlata per cercare di ricavarne (in seguito, ma non è nemmeno necessario) le regole. In pratica si cerca di ricreare quei processi cognitivi, quei meccanismi che portano un neonato ad acquisire la lingua semplicemente ascoltandola 24 ore su 24. Non voglio tediarvi con trattati di linguistica, non ne ho le capacità e le conoscenze necessarie; vi basti sapere che ho deciso di seguire il metodo AJATT, che prevede una full immersion nella lingua, mediante la creazione di un "ambiente" in cui la maggior parte degli input siano - nel mio caso - in giapponese. Purtroppo (o per fortuna, visti i tempi che corrono) ho un lavoro che mi... aehm... distrae dalle cose importanti, per cui non riuscirò a seguire alla lettera il metodo AJATT; ciononostante mi sono munito di lettore mp3, preventivamente caricato con svariate ore di podcast in giapponese, che cerco di utilizzare il più a lungo possibile. Anche se non si capisce niente di quello che si ascolta, il semplice ascolto passivo abitua l'orecchio ai suoni della lingua e, già dopo poco tempo, si è in grado di riconoscere il suono e l'intonazione di alcune semplici parole. Nei prossimi post cercherò di illustrare quali sono i passi che sto mettendo in atto e di descrivere gli strumenti che sto utilizzando per il mio scopo.
Per il momento è tutto, alla prossima =)

Incrociamo le dita...

Ok, dovrebbe funzionare tutto :)
A domani per il mio primo vero post su questo neonato blog!