08 febbraio 2009

Chi, come, dove, quando, perché

Ed ecco a voi il primo post di questo mio blob... aehm... volevo dire blog. In effetti, non avendo ancora bene in mente quali saranno i suoi contenuti, anche il termine blob potrebbe essere adatto...
Ma procediamo con ordine: ho intenzione di imparare il giapponese. Non sono pazzo, non devo andare in Giappone (almeno, non a breve termine) e non ho la ragazza giapponese (già fatico a capire la mia che è italiana, figuriamoci una di cui non capisco nemmeno la lingua...); la motivazione che mi spinge a provare a cimentarmi in questo arduo compito è l'attrazione che ho per tutto ciò che riguarda il Paese del Sol Levante. Passione forte, nata forse durante l'infanzia, passata incollato alla tv a guardare i cartoni animati dei robottoni, mai sopita e cresciuta a dismisura negli anni.
Di recente sono venuto a conoscenza di un nuovo metodo di apprendimento delle lingue, che ribalta il punto focale dell'apprendimento della lingua. Se con i metodi tradizionali si passa dalla regola grammaticale alla sua applicazione pratica, tramite questo metodo si parte dalla lingua parlata per cercare di ricavarne (in seguito, ma non è nemmeno necessario) le regole. In pratica si cerca di ricreare quei processi cognitivi, quei meccanismi che portano un neonato ad acquisire la lingua semplicemente ascoltandola 24 ore su 24. Non voglio tediarvi con trattati di linguistica, non ne ho le capacità e le conoscenze necessarie; vi basti sapere che ho deciso di seguire il metodo AJATT, che prevede una full immersion nella lingua, mediante la creazione di un "ambiente" in cui la maggior parte degli input siano - nel mio caso - in giapponese. Purtroppo (o per fortuna, visti i tempi che corrono) ho un lavoro che mi... aehm... distrae dalle cose importanti, per cui non riuscirò a seguire alla lettera il metodo AJATT; ciononostante mi sono munito di lettore mp3, preventivamente caricato con svariate ore di podcast in giapponese, che cerco di utilizzare il più a lungo possibile. Anche se non si capisce niente di quello che si ascolta, il semplice ascolto passivo abitua l'orecchio ai suoni della lingua e, già dopo poco tempo, si è in grado di riconoscere il suono e l'intonazione di alcune semplici parole. Nei prossimi post cercherò di illustrare quali sono i passi che sto mettendo in atto e di descrivere gli strumenti che sto utilizzando per il mio scopo.
Per il momento è tutto, alla prossima =)

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